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Galeotto fu lo verbale d'infratione

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Como che fue che uno verbale d'infration stradale, inguaiotti Gargante da Ficulle, mercante di tessuti in Anno Domini MCDXXVII Li viaggi mei son sempre, assai sì perigliosi, mi stressano lo corpo, cum ritmi affannosi. Gargante da Ficulle, così che io mi nomo, Mercante di tessuti: son grande gentil'omo. Un dì che li mei affari, andaro molto bene, Festeggio sollazzando lo meo fremente pe... [bip!] Appropinquommi ordunque, per via peccaminosa, deciso ad accoppiarmi cum donna puttanosa. Or dopo aver sentito tariffe a centinaia, decisi d'ingropparmi, formosa tabaccaia! Passan tranquilli i mesi: «normal'administratione», tornetti da consorte, in mea bella magione. M'appen entrotti a casa, meo sangue raggelò, lo sguardo di mogliera, tosto mi fulminò! "Cos'est questa missiva?! - brandiva pergamena -  postin recapitommi: c'è dentro multa piena! Qui dice, sanza poter nulla contestare, che a zonz

Feral partecipatio a sposalitio

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Come che fue la reatione ne la familia di messer Galdino da Calcata a lo ricevimento de la pergamenica invitatione a nozze estive in Anno Domini MCCCIX  In genere son colme, ne siamo consapevoli, le liriche di chroniche, de nozze abominevoli. Or voglio io narrarvi, son sadico accanito, cos'est che accade in casa, al giunger di sposatio invito. Un dì sì infausto, bussossi a meo portale, cum ghigno diavolino, lo messo comunale. "Tengo missiva aulica, venite a ritirare, mi par invito a nozze, non state a sospirare" Malnato omo perfido, lo can 'l cul ti morse! Tu porti sol sventure, co le tue amene borse! "Firmate recevuta et qui dat'apponete" disse tendendo palmo, per arraffar monete. Ritiro pergamena, ma niente mancia caccio, Ausculto in lontanantia, risa del postinaccio. Rimiro rassegnato, la busta traditora, se l'opro trasformossi in «Vaso di Pandora»! Conosco 'l contenuto, son nozze del

Chroniche febbricitanti

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Com e che fue la reatione allo dolore et alli acciacchi veterani de li patienti de lo signor dottore Crisanto da Narni, in Anno Domini MCCVIII Accadon cose strambe, ve lo concedo, nello moderno tempo et io lo vedo. Nell'Anno del Signor milledugento e otto, domiciliossi mei consulti, di medico assai dotto. Un dì io capitossi in strana sì magione, et visitossi dama, afflitta da magone. "Orsù lumate meco, - chiesi alla madama - Che cosa mai v'ammorba et l'ansia vi reclama?" "Oh dotto luminare - la foemina respose - io sento le mie membra soltanto un po' raspose" "Sentiam che cos'avete, lo vostro polso ora vi tasto, et lo verdetto dico, appen vi trovo 'l guasto" In men d'un saettare, fornitti consulentia, quella madama era, malata d'influentia. "Malanno de stajone, non state a preoccuparvi, riposo et buon tisane: andate a coricarvi" "Giammai potrei fermar tut

Lo jorno de li Saldi

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Come che fue che Ascanio da Bagnoregio et sua madama Melisenda, sposi novelli, si recaro allo Centrum Commertiale, in Anno Domini MCD  Un dì che fue del Millequattrocento, mi ritrovai in situatio de sgomento. Cum'ea eccitata moglie pe' loco sì 'nfernale, tosto io m'addentrai nello ferale CENTRUM COMMERTIALE! Lo tetro sito all'orizzonte comparea, et lo meo carro a longa fila s'accodea. "Dannati omini! - lanciossi mea maleditione - Perché non rimaneste (orsù!) in vostra magione?" Et dopo hore sotto l'aere afosa, giungemmo alla perditio consumosa. "Lasciommi quine - sententia la matriarca sanza indugio - Tu gire co lo carro et lo ronzino a remediar refugio. Et mentre issa uno negotium già assaliva, M'avventurossi in tale empresa punitiva. Girossi in longo e largo col carro e cavallino, ma in tutto lo reame non v'era nemmeno un posticino. Assiso su lo carro, como vedetta saracina, miraggio in lontanantia u