Li doni natalizi
Co mo che fue, che Eusebio da Civitella, rimediossi alla regalia fora da lo tempo massimo a la preparatio, prima di recarsi a la cena de lo Santo Natale in sua familia, in A.D. MCCVI Profumi assai inebrianti, li culla in alto ‘l vento; or l’homo si riposa: finito ormai l’avvento. Son tutte colorate, le luci alla vigilia e tutti si preparan, a cena di familia. L’odore de lo muschio, si sparge pe’ le strade, anco li più distratti, avvolge e dissuade: che nasce in una grotta, Iddio nostro Signore, (…Oh Cacchium!...) Pe fare ‘sti regali mi restano du’ ore! Affretto lo meo passo, mi lumo un poco intorno, botteghe stan serrando, finito è ormai lo jorno. Potessi almen trovare, lo voglio ancor sperare, commessa di LIMONIUM , che stace a sistemare. Rinunzio a risparmiare, pazientiam s’è ‘n po’ cara, qualsiasi sciarpettina, trovossi operta ZARA ! Poi noto assembramento, sono genti e sono tante, son fora da TEZENIS , invocano mutande. «