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Li doni natalizi

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Co mo che fue, che Eusebio da Civitella, rimediossi alla regalia fora da lo tempo massimo a la preparatio, prima di recarsi a la cena de lo Santo Natale in sua familia, in A.D. MCCVI Profumi assai inebrianti, li culla in  alto ‘l vento; or l’homo si riposa: finito ormai  l’avvento. Son tutte colorate, le luci alla vigilia e tutti si preparan, a cena di  familia. L’odore de lo muschio, si sparge  pe’ le strade, anco li più distratti, avvolge e  dissuade: che nasce in una grotta, Iddio nostro Signore, (…Oh Cacchium!...) Pe fare ‘sti regali mi restano du’ ore! Affretto lo meo passo, mi lumo un poco intorno, botteghe stan serrando, finito è ormai lo jorno. Potessi almen trovare, lo voglio ancor sperare, commessa di LIMONIUM , che stace a sistemare. Rinunzio a risparmiare, pazientiam s’è ‘n po’ cara, qualsiasi sciarpettina, trovossi operta ZARA ! Poi noto assembramento, sono genti e sono tante, son fora da TEZENIS , invocano mutande. «

Lo Centro de lu monnu

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La veritate su la historia de lo sito di Ponte Cardona, in quel di Narni, in A.D. MCCC I Or s'era in Anno Domini, milletrecentouno, quand'ecco palesarsi, viandanti contrari a lo digiuno . Accorsi furon tosto, a Narni qui lo dico, pe' defendir l'honore, de italico ombelico. In Rocca d'Albornoz, prestaro juramento, ch'avrebbero pugnato, contr'ogne mentimento. Lo periglios sentiero, innanzi essi est muto, pregno d'usurpatori, ch'avrebber combattuto. Si misero 'n cammino, sì colmi di speranza, che a fin de' lo percorso, riempir poter la panza. Appena pochi passi, quand'ecco lì apparire, un'orda di sabini et contra lor 'nveire. "Sol Rieti est centr'Italia, non fate joco baro, qui est periferia, che manco giù 'l Quadraro! Volaro bastonate, ferale fue la pugna, s'oprirono capocchie, in due come 'na prugna. "Fermatevi voi tutti, sia l'arme ammutolit

De Italicae Migratione

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Como che fue, che la juventude emigrossi a settentrione de lo continente per travagliare, in A.D. MCCCLVII ...et lo ringratiamento va al circulum Bel-Ami, che si sorbisce irenico, il favellare meo!  Miriamo juventude, migrar a lidi nordici, son biologi, ingegneri, anco metalmeccanici. La «fuga de’ li cefali», italicum flagello, espulse su in Olanda, jovine sì bello. Mestiere rimediotte, quel maschio di Crotone, magion sì dignitosa et anco magno amore. «Che mi raggiunga mamma, m’ammiri sistemato; presento mea metà, che ier mi son sposato!» Lo viaggiator piccione, portò novella bona, la mater calabresa, sortitte all’ora nona. Lei su lo carro, oniricò la nuora bionda, mentre sfornava bimbi, a frotte como l’onda. Et quando tosto junse, a casa di suo figlio, avea fila di pacchi, longa almeno un miglio. Di ’ndujam portotte, appena cento libbre: usava l’alimento, per far calar la febbre. Mille peperoncini, conserve di passata; sottolium, cefalcollum e