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Li Cheffi Stellati

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Como che fue, che Frate Ugone, penitente errante, trovossi a rifoccilar lo corpo e rinfrancar le membra stanche, dopo uno lungo cammino, costretto a contrastar la barbarica «Setta de' li Cheffi Stellati», in A.D. MCCCL VI Un dì che si chiosò, alfin di camminata, io peregrino, approprinquommi  « A LA TABERNA DE' LA BRACIOLATA » . Famelico lo corpo et anco lo palato, co li calzar, deca e più miglia, aveo sì macinato. E tosto spalancai, quell'uscio di locanda, urlando disperato: "Orsù marrani, portuommi un po' di cibo e 'l vin che sie fruttato!" Dal fondo de la sala, mi corre incontro omo, col dito serra bocca: "Shhh! Fate silentium prego! Ch'esam ora ci tocca!" Represso meo entusiasmo, mi silenziai austero, poi sottovoce chiesi: "di qualo esam favelli, fellon d'un cameriero?" "Ohibò... voi non lumate, chi sta fra i commensali? O non riconoscete, lo vesuviano cheffo, barbuto fra i stellati? Me