De sacra redutione in punto vitae

Come che fue che messer Aezio da Ravenna, tentotti di redutionar lo corpo suo, dopo che furo passati bagordi natalizi, in Anno Domini MCCLVII 


Ordunquo questo est certo, le feste son passate,
et restan sol recordi, di mitiche abboffate.

Io trattenendo fiato, mi pongo innanzi a specchio,
ma in apnea per poco, poi non ci resto secco.
  
Sollevo mea casacca, lo ventre vò a scoprire,
spavento prole tutta, stan quasi per svenire.

Oh! Me tapino! Omo sanz'alcuna dignitatia!
Come potei mai, abbandonommi a tal disgratia?

Lo stomaco per jorni ho rimpinzato,
anco 'l colesterol alfin s'è ammutinato!

Mi desto tosto da lo morale sì abbacchiato,
«Recommi Lune, - cogito - in sito palestrato!

Sperantie mie, giammai saranno abbandonate!
Tartarugose addominalia! Deh! Io l'ho sognate!»

Rapito come in estasi, da tale decisione,
mi vedo già libellula in un'apparitione.

E per festar lo cambio, che appare sì sonoro,
azzanno fetta ultima, di natalin pandoro.

Bea dieda bien di dude, beggiò ghe ghe ne gale,
ghe or gogghio goghere gum ghigo gagganale?

Scusate tutti voi: m'accingo a la tradutio:
avea mea bocca piena, di dolce natalitio.

Isto favellotti: "Mea dieta vien di Lune, perciò che me ne cale,
se or voglio godere, cum rito baccanale?"

Passai due jorni in preda, a trangugiar l'avanzo,
meo fegato gridotte: «Ma guarda 'npo stò stronzo!»

Torronium Pernigottibus et Panettonis Mottas,
giammai da vil intendo, sottrarmi da la lottas!

Agnello e salsicciotti, mi calman l'appetito,
preparo cum dovitia, abbacchio a scottadito.

Ma ecco: ferale jorno alfin est giunto,
m'attende lo trainer omo, muscoloso in ogne punto.

Preparo bisaccia mea sportiva, appena presa,
sostetti per due jorni in Decathlonium, intento a far la spesa.

Compretti due magliette della Lottobus, in lana cotta,
voleo sudare assai, nel fatigar sulla cicletta.

Di calzoncin LaCostem, ne presi almeno nove,
l'idea di panca et bilancere già mi commove!

Calzini e asciugatori... bandane e cappellini a iosa,
voglio sì principiar in palestra sanza alcuna scusa.

Suspiria. Son quine innanzi a meta palestrosa,
Sollevo ocular bulbi et leggo insigna virtuosa.

«Virgo Facere» si noma isto loco,
arisuspiria, io son cosciente, che non ci resterò per poco.

Odo in lontanantia, mille e più lamenti,
com'anime dannate, consunte in fochi ardenti!

Degluto eppoi mi segno, mentre la soglia passo,
incrocio una stangona, cum tut'attillata indosso.

Mi scrute fino ai piedi, ridacchia cum pietate,
mi mostra toste curve, oliate e ben sudate.

Son scosso all'improvviso! Che botta sopra spalla!
Mi giro, vedo gigante... ha 'l pettoral che balla!

Un Marcantonio sì m'eclissa, cum mole taurina,
«Personal Trainer» est! Tien gialla la canotta di maglina.

"Trasformerò tuo flaccido corpaccio in tempio sano,
tu sputerai lo sanguine, facendoti gran ano!

Guardo tua massa informe et vado a dimandare:
como si face a trasformarsi in massa da buttare?

Osservo pelle flaccida e voglio sì capire:
et come puote, condurre tua dignitate ad abortire?"

Et ride lo scimmione! Dileggia le mie doti,
cognosco da un minuto, mi stace su li scroti!

Dopo due ore sorto, da sito sì 'nfernale,
Mi son spezzato soma, cum fussi un animale!

Sogno di rilassarmi, poggiato a un bel baobab,
mi fiondo in pizzeria: mi sparo sei kebab!

Poi ordino con foga, supplì e capricciosa;
ciambelle e patatine cum salsa generosa;

aggiungo pollo arrosto, salsicce di cinghiale;
un buon vino novello, braciole di maiale.

Per chiuder lo spuntino, io voglio ancor di più,
vado a ordinar per dolce, un bel tiramisù.

Or sazio e soddisfatto, sbottono mia casacca,
denoto che la mia tuta, tien più d'una patacca.

Vabbè mi dico, Pasqua est qui che sta per arrivare,
perciò un abbacchietto, andrò ad onorare.

Reprenderò mea forma! Deh! Cum summa convinzione,
appen sarà passato, jorno de la Resurretione!
  
Poesia anisosillabica in rima baciata
© Copyright 2016 - Fabrizio Manili‎

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