De li bollenti spiriti

Como che fue, che messere Palamede l'otrantino, equivocossi tosto, su li calori corporali, in A.D. MDXCVIII




La luna a lo imbrunire, rischiara lo meo letto;
et sopra isso est foemina, cum seminudo petto.

Mi spalmo su giaciglio, accanto a lei m'annido;
che notte lussuriosa! A mille ho mea libido!

Ecc'odo 'l suo ansimare; sussulta in un tremore;
si move et freme. Et abe tutto corpo, perlato di sudore.

Fa fluttuar su e giune, li lembi di sottana;
alterna a me visione, di sua pùbica tana!

Non stoce più 'n mea pelle: l'ormone mi preceda!
«Dura Lex... Sex Durex!». M'avvento su la preda.

"Sta mansueto, verro! - si desta et mi denigra -
che ti favella 'l cefalo? Deponi lo viagra!"

"Non finger, mea maiala! S'infoca la tua voglia;
tu ansimi, sussulti! Sollevi la vestaglia..."

"Oh! Idiota di sol pene! Cervello tuo s'estinto;
sussulto sì... pe l'afa! Et agito sottana, perché mi face vento!
  
Non est che io son frigida (magària fusse!), ma l'aere oggi è bollente!
A meno che c'avessimo... sistema rinfrescante"
  
«La speme già non scema!» mi vesto assai precario;
calzar, casacca e braghe, che infil puro al contrario.

Corro dal cantonese, operto a tutte l'ore;
così remedio e monto, grande ventilatore!

AAAARGH! Che miran li mei bulbi! Apocalipsi e Orrori!
C'è folla depredante, di pale e radiatori!

Tutti priapeschi omini, cum mill'eccitationi;
et al rovescio han tutti... le braghe e i pantaloni!


Poesia anisosillabica in rima baciata
© Copyright 2016 - Fabrizio Manili‎

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