Lo Follettoso Monte

Como che persi lo senno de lo cefalo, giacché io m'imbattei ne li folletti mostruosi de lo monte, alquanto fastidiosi et anco assai pugnaci, in A.D. MCCCLVII (1)




Lo incontro primo.
De la coscientia volgata innanzi a lo crocevia
 
Principio meo cammino, da «Juventude Rocca»
et giungo dopo poco, a via che 'n due si spacca.
Mentre la scelta cogito, cercando orientamento,
uno folletto appare, Così... in un momento!

Sobbalzo di spavento: 'ndo «augello» sbuca questo?!
Ma 'l piccolo esserino mi sbarra 'l passo lesto.
"Tu firma quine ora! Se sei contro la droga"
Proclama eppoi mi porge inchiostro e penna d'oca.

Io pergamena firmo, preso di contropiede,
non oculo contrattum, da cui non si recede!
Ho appena ipotecato, casale di campagna,
ma in cambio ho ricettarium, per piatti di gramigna.

Appen che io realizzo, voglio agguantare 'l losco,
ma 'l venditor folletto si dileguò nel bosco.
Ripresi lo cammino, seguendo la sinistra,
metabolizzo imbroglio e ‘ngoio sta' minestra.




Lo incontro secundo.
De li ampi spazi ne la comunicatio

Poi passo dopo passo, alfin in spiazzo giungo:
"Bellezza strepitosa or l'estasi raggiungo!"
Et mentre sono assorto in tanta maraviglia,
ecco sbucar dal nulla, minuscola canaglia.

"Salute a te, messere! - esclama sorridente -
meo nome est Vodafonio: ho offerta strabiliante!"
"No gratiam... non importa. - lo provo a sbolognare -
Tengo boni piccioni che sanno ben volare"

"Orduque ne deduco, che sie soddisfatto..."
"Sì, sine, certo!" risposi pensando al mio attual contratto.
"Orbene: col «Sì» che favellasti, offerta hai attivato!
Per sol cento ducati, hai mille e più piccioni! Oh omo fortunato!"

Ancora frastornato, pensoso m'allontano
et realizzo dopo, che m'ha fregatum 'l nano!
Riprendo meo cammino, pensando a quel maiale!
M' assale rabbia in corpo: voglia di bestemmiare!




Lo incontro terzo.
De la sosta in su la cima

La via che mi si opre, est tela di pittore,
cum rovi in abbondantia, di nere e rosse more.
Lenisco la mea rabbia, scorpaccio frutti di bosco,
riempio lo meo ventre, doman poi dimagrisco...

Alfin arrivo in cima, al monte Follettoso,
mi godo l'ampia vista, silente et religioso.
Ma, ohibò m'appare innanzi, omin cum cappellino,
ha barba, sguardo arcigno et nullum di carino!

"Per quanto qui sostate? - domanda a palmo teso -
sganciate un deca in scudi, per lo parcheggium preso"
"Vi do' quand'è che sorto, - mi tasto la saccoccia -
cambio le banconote: non ho moneta spiccia"

"Si paga qui in anticipo... dottò nun fa' 'l furbetto"
est rude et fa 'l cattivo, quel mostro di gnometto.
"E trovalo sto deca! - il bruto mi minaccia -
sennò te rigo tutto, compresa la bisaccia!"

Ingoio prepotentia et sgancio più d'un deca,
ho rovinato umore, ormai mea lingua impreca.
Mugugno fino a valle, fortun ch'è ancora jorno,
or cerco indicatione, pe strada del ritorno.




Lo incontro quarto et ultimo.
De la ritrovata via de la salvezza e de lo senno

Consulto una palina, piena di diretioni,
ma ecco alle mie spalle, geoviani testimoni!
Son sorridenti e 'n coppia, li gnomi cravattati,
mi sbatton fra le mani, opuscoli intristati.

"Cerchi la via che alla salvezza porta?"
uno dei due millanta voce prufunda et certa.
"No, io cerco lo sentier che mi porta 'n paese"
rispondo esasperato cum tono assai scortese.

"Voli raggiungere loco, che di Geova est lo regno?"
domanda allora l'altro, cum viso assai benigno.
Et fue line! In quello istante, che di mea patientia, traboccò lo vaso!
Allora principiai ad imprecare et blasfemare, sì como un invaso!

"Et porcum line! Et porcum giune!",
la mea favella non risparmiò nessune,
et nominossi arcangeli, madonne et anco santi,
non mi dimenticai nessuno, ne ricordavo tanti!

Finché, affranto e disperato, scesi ancor oltre la stradina,
et invocai la gratia a Nostra Mater Dei Virgo Regina.
Miracolo! La madonna sì! Mi fece gratia grande tanto!
Et io per penitentia, promisi di comprar online soltanto!

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(1)Il Monte Follettoso deve il suo nome ad un’antica leggenda popolare. Si narra infatti che, fra il XIII e il XIV secolo, durante una passeggiata fra i sentieri della zona, uno dei giovani rampolli della famiglia Orsini di Roccagiovine, venne talmente infastidito da alcuni folletti, che da sempre vivono fra i rovi del monte, fino a diventare un pazzo bestemmiatore. Solo l'apparizione della Vergine Maria, riuscì a redimere il giovane Orsini, il quale, in segno di riconoscenza e devozione, eresse la chiesetta della Madonna dei Ronci, di cui oggi restano soltanto alcuni ruderi.
A inizio ottobre 2016, durante un'escursione perlustrativa sul Monte Follettoso, ci siamo imbattuti per puro caso, in un vecchio ma eccezionale manoscritto, redatto molto probabilmente dal giovane Orsini protagonista della storia. Questa preziosa testimonianza storica, descrive, con un'incredibile dovizia di particolari, tutta la drammatica esperienza di quella leggendaria passeggiata fatta di visioni e incontri mostruosi.

Un ringraziamento particolare va a Sabina Bonini per i video che ha realizzato.


Poesia anisosillabica in rima baciata
© Copyright 2016 - Fabrizio Manili‎

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