Li erranti peregrini sirentini

Come che fue che lo urbano peregrino Fabricio Gargantone, trovossi ne lo magno escursus in supra i monti sirentini, in Anno Domini MCCCXXVII 


Un dì che ancor non era principiato,
alfin lo corpus meo, dal sonno fu destato.

Mi stiro e allungo arti, cum smorfia sbadigliosa,
trascino tutte membra nella località cessosa.

Cum medi polpastrelli, li bulbi inumidisco,
son pronto sì gagliardo per sito naturisto.

Indosso mea casacca, cum sandalo pesanto,
bisaccia, 'l pastoral e un poco di vin santo.

Poi sorto da magione, cum spirito sì ardito,
et incammino il passo per null'appesantito.

Raggiungo appuntamento col capo carovana,
ei guarda sua clessidra poi s'erge su pedana.

"Mi nomo Andreolo de' Andreoli - professa isso e si presenta -
Cum te io puoto finalmente, sì principiar la conta.

Ma ecco, io vedo innanzi a me altr'avventori,
se semo puntuali, noi sortirem sì presto alla ventura!"

"Piacer io son Fabricio Gargantone - lo guardo cum supplitio - 
son qui per la partecipatio al corso orientatitio"

"Orben omone goffo! - disse l'ardito milite - 
Aspetteremo l'altri, sorseggierem du' bibite.

Li vedo giunger in blocco, son tutti tranne uno,
Manca madonna Silvia, per scioglier lo raduno.

Che vedo in lontanantia?... Financo una donzella!
Orsù partimo, andemo! Mancava solo ella"

Est fu così che essi, saliro su due carri,
spronaro li ronzini, sotto li cieli azzurri.

Lontan sbracciando s'agitava, una madama in corsa,
"Che fue? Perché sanza di me, prendeste la rincorsa?"

"E tu chi sie? - domandossi lo fante cum sguardo sbigottivo - 
Semo noi già pieni per corso orientativo!"

"Ma no! Ci stace errore! et questo è assai palese:
spedii epistolar conferma, ad evitar sorprese!"

"Ahhhh! - lo militian pedestre esclama inorridito -
Alberga in noi l'estraneo, sanza lo requisito!"

Poi timida donzella cum mano fece cenno:
"Son io, Debora di Calcata, giammai vi reco danno!

Tentotti invano la mea presentia a segnalare.
Ohibò! Lo meo piccione viaggiatore, si andette ad inceppare!"

"Chiarificato est l'arcano - sententia lo soldato - 
aggregati signora, sul carro seguitato"

La carovan percorse, vallate, forre et monti aspri,
volendo principiare almen prima de' vespri!

 Poi quando fummo giunti a fine del percorso,
lo carro seguitante tememmo d'aver perso.

Infine donna Marta, si face incontro a noi:
"Achille di Cassandra strada male prese; or giunge o prima o poi..."

Oh! Destino malandrino, esordio sanz'armistizio!
Perdionci principiando a un corso d'orentazio?!

Alfin cum zaini in spalla, seguimmo Andrea et anco Marta;
facendo tanti e assai più calcoli, per orientar la carta!

Lo jorno fue bellissimo et molto interessante,
per imparar la tecnica, e non usar 'l sestante.

Poi quando giunse a sera io chiesi a l'altro Andrea:
"Deviatio dell'Achille... ma non t'insospettea?"

"Ebbene sì, io stavo retro! - fue chiara la sua faccia -
avvolto da Morfeo e da sue caldi braccia..."
  
Poesia anisosillabica in rima baciata
© Copyright 2016 - Fabrizio Manili‎

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