A li sacri calanchi lubrianesi!
Como che fue che li jovini de la «Confraternita de la fava» (nomata in isto modo pe la frequente citatio de li suoi omini ne la metafora priapesca), condussero lo popolo di Lubriano a la difesa de lo Pianoro fra li Calanchi, i n Anno Domini MCCIII Mai fu, così accorato appello et anco un po' inatteso, de jovini rampolli del popol lubrianeso (1) . Temevano invasione, d'urbani e interurbani, sortitte una favella: arriveran domani! Essi lanciaro allarme, pe radun'alleati: "Domenica è vicina! Vinite prodi tuscici! Et siate ben armati!" Anch'io sentii richiamo, da origini ancestrali. Raggiunsi poi Lubriano, diretto, sanza scali! M'affaccio al belvedere: rimiro grande gemma. Vedo la Bagnoregio, magnificente et somma. Poi fu vision celestica, si pose a la mea vista: giungettero assai in molti; sorpresa non prevista. Un omo alto e fiero, si ergette fra la folla: "Udite lubrianesi! Lo forestier non molla! Partim cum lo coraggio,